LE VOSTRE TESTIMONIANZE
Trovare questo sito è stata una gioia per me e leggendo le testimonianze
di altre persone mi è venuta voglia di raccontare anche la mia.
Ora ho 31 anni e da sempre, anche se ci sono stati periodi nella mia vita
in cui ho dimenticato l’Altro Mondo, ho creduto nei Folletti, Fate e Gnomi.
Ci credevo talmente che una volta (ero alle Elementari) ho picchiato una
mia compagna perché sosteneva che le mie erano solo fantasie, facendole
abbastanza male da procurarmi una solenne sgridata dalla maestra in presenza
dei miei e suoi genitori.
Comunque questi sono i miei ricordi: mi capitava sempre di notte e, a dire
il vero, erano esperienze che mi spaventavano molto. Mia mamma a quel tempo
dipingeva e lasciava sempre in sala le tele, i colori ed i pennelli raccolti
in un barattolo di vetro. Per un lungo periodo tutte le notti io sentivo
chiaramente il rumore dei pennelli muoversi in questo barattolo, come se
qualcuno li prendesse per usarli sbattendoli leggermente contro il vetro.
Le prime volte questi rumori mi terrorizzavano, poi ricordo di essere giunta
ad una sorta di compromesso con chiunque fosse a frequentare la mia sala:
poteva fare ciò che voleva, bastava che non venisse in camera mia a spaventarmi,
così quei rumori sono diventati un normale accompagnamento al mio sonno.
Sempre una notte (quando ero piccola faticavo spesso ad addormentarmi) ho
sentito un tonfo sul letto. Ricordo che facevo di tutto per convincermi
che fossero solo fantasie, ma quella volta mi spaventai talmente che dopo
essermi ripresa riuscii ad accendere la luce e sul letto trovai un pezzo
del mio lampadario, questo pezzo era incastrato con un perno sopra la coppa
del lampadario e non poteva certo essersi sfilato da solo! In camera mia
poi avevo due bambole di stoffa e ceramica sulla poltrona di fianco al letto
e assai spesso sentivo rumori come se qualcuno le muovesse o fosse seduto
tra di loro e muovendosi facesse toccare tra loro le parti in ceramica.
Un’altra cosa che mi capitava spessissimo era di sentire un respiro di fianco
a me, sulla mia faccia. Non ho mai avuto il coraggio di aprire gli occhi,
ma ricordo che per provarmi che non fosse in qualche modo il mio respiro
a provocare quell’aria fresca che sentivo sulla guancia, trattenevo il respiro
il più a lungo possibile, ma l’altro respiro non scompariva. Anche in questo
caso ricordo che gradualmente alla paura si era sostituito un senso di "compagnia".
Un ultimo fatto: ero già più grandicella, andavo alle Medie, avevo da poco
visto un film di Dario Argento e la sera avevo piuttosto strizza! Ero nel
letto e all’improvviso in cucina si è accesa la luce e la ventola della
cappa facendo un gran rumore. Ho piantato un urlo e mia mamma è scesa per
andare a vedere cosa fosse successo: tutti i pulsanti della cappa erano
schiacciati (e non era "digitale", per cui ci voleva una certa pressione
per accenderla), credo che qualcuno si stesse prendendo gioco di me e della
mia paura!
Non so se queste fossero manifestazioni di spiriti o di abitanti del Piccolo
Mondo, ma io in qualche modo sento che erano Folletti giocherelloni e affettuosi
a visitarmi nelle notti d’infanzia, anche perché allora come oggi "sento"
la loro presenza quando passeggio per i boschi e la sera a volte, mentre
torno a casa dal lavoro, mi capita di vedere ombre velocissime balzarmi
davanti e scomparire nelle rive ai bordi della strada. So solo che sono
ombre snelle, alte trenta o quaranta centimetri e che saltano o corrono
velocissime.
Non credo di essere anormale, anche perché svolgo una professione che mi
rende sufficientemente in grado di distinguere la pazzia o l’esaltazione
da esperienze "diverse" dal comune.
Elena.
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