LE VOSTRE TESTIMONIANZE
Ecco una testimonianza su questo strano mondo che non conosco affatto, se
non per le letture in materia, ma al quale mi è stato concesso accedere
per un attimo... ne sono certa!
Avevo circa 8/9 anni.
Quella sera mia madre, come nostra consuetudine, era venuta a salutarmi
prima che m’addormentassi, rimboccandomi le coperte e rimanendo a chiacchierare
un po’ con me. Era da poco uscita dalla mia stanza ed io ero lì
con gli occhi fissi al soffitto, intenta a vagare con i miei pensieri
di bambina...
La mia stanza grande e illuminata dalla luce dell’abat-jour dava su un
piccolo atrio, rischiarato dal riverbero della luce della stanza adiacente,
in cui faceva mostra di sè una pianta d’appartamento.
Seguendo il filo dei pensieri osseravo,senza guardarle veramente,le foglie
della pianta quando, d’improvviso, vidi che si muovevano. Lì per
lì pensai che mia madre fosse tornata per dirmi qualcosa, ma poi
la sentii muoversi in cucina...non poteva essere lei; d’altro canto in
casa, in quel momento, non c’erano altre persone! Sgranai gli occhi per
penetrare la penombra, con il cuore che aveva cominciato a battere più
del normale. Le foglie si muovevano veramente e continuavano con un leggero
fruscìo: alzai leggermente la testa dal cuscino, scostai un poco
le coperte per sporgermi meglio in avanti, e lo vidi.
Era basso, molto basso anche per me che ero bambina, non aveva un bell’aspetto,
anzi il suo volto era decisamente brutto e stropicciato, con due occhi
curiosi. Era vestito con strani abiti, mi parvero in stile tirolese come
avevo visto sui libri di fiabe che mamma mi leggeva. Non potrei dire che
età avesse, sembrava vecchio, di un’età non definibile.
Mi guardava con insistenza e sembrava sussurrare qualcosa.
Evidentemente provai paura mista a sorpresa, mi ritrassi quel tanto che
bastava per vederlo da un’altra prospettiva...non stavo sognando nè
immaginando chissa’ quali personaggi inventati...lui era lì, a
pochi passi dalla soglia della mia stanza, voleva dirmi qualcosa ma non
potevo o non volevo sentirlo.
Fece qualcosa, pero’, che mi permise di capire che non doveva essere
cattivo : mi sorrise. Un sorriso largo e deciso, una specie di solco rugoso
in quel viso sospeso tra sogno e realtà!
In quegli attimi mi chiesi chi o cosa potesse essere o rappresentare,
perchè si era presentato proprio a me. Cercai di aggrapparmi alla
mia razionalità dicendomi che non si trattava di un gioco nè
di un sogno ad occhi aperti....e mentre ascoltavo i battiti martellanti
del mio cuore, mi ritrovai senza volerlo a chiamare mia madre. Lui scomparve
ancor prima che l’eco del mio richiamo si fosse spenta. Raccontai a mia
madre d’aver visto "qualcuno" in quel determinato punto, ma lei ovviamente
non mi credette, cercando di tranquillizzarmi. Quando mi vide più
distesa mi lasciò di nuovo sola...ma lui non apparve più.
Da allora per molto tempo dopo, cercai tra le pieghe della penombra, prima
di dormire, quello strano amico senza rivederlo mai più.
Avevo incontrato un folletto o una strana creatura del mondo che c’è
appena dietro alla cortina di ferree e impenetrabili certezze... avevo goduto
di un tuffo nel mondo che esiste solo per chi vuol crederci.
Patrizia
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