Nella tradizione italiana sono presenti numerosi riferimenti circa l’esistenza di creature fantastiche e magiche, in questa guida troverete un elenco, sicuramente non completo, dei
Folletti appartenenti alla tradizione italiana.
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Ammutandori, Ammutantori, Ammuttatori:
Gracili Folletti sardi che vivono nel Logudoro, in provincia di Sassari. Abituati a combinare scherzi e burle agli uomini, ma soprattutto alle belle ragazze in età da marito, sono considerati dei veri e propri Incubi. Sono alti un paio di spanne e sulla fronte riccioluta portano un cappello rosso che non abbandonano mai. Secondo la tradizione popolare, chi riesce ad impossessarsi di uno di questi berretti potrà barattarlo con una piccola pignatta piena d’oro. Simili agli Ammutandori sardi sono gli Ammutandori che vivono in Sicilia, che però portano in testa ben sette berretti, uno dei quali è zeppo di monete d’oro.
Diffuso nella provincia di Bergamo, è uno dei tanti folletti italiani, di cui si è persa ogni traccia. Si racconta che era solito nascondersi sotto i comignoli e che si divertiva a gettare rametti e foglie secche nelle pentole dove cuoceva la polenta o dove bolliva la minestra. In provincia di Brescia questo genere di folletti è chiamato anche Ana Sonana.
Folletto della famiglia degli Augurielli che vive in provincia di Bari.
Folletti domestici molto popolari in gran parte dell’Italia meridionale, in special modo in Calabria, nella provincia di Catanzaro. Spiritelli paffuti con i piedi rotondi a forma di
zoccolo di cavallo e un berretto rosso sulla testa riccioluta, vivono nelle case coloniche abitate da sette famiglie.
Gli Augurielli, che stando al loro nome dovrebbero portare fortuna a chi li incontra, sono molto gelosi della loro casa e, quando gli inquilini cambiano, i nuovi arrivati sono bersaglio
per molto tempo di scherzi e dispetti. Gli Augurielli sono attratti da tutto ciò che luccica; quindi, per farseli amici è bene regalare loro piccoli pezzi di metallo ed
oggetti di piccole dimensioni, che verranno subito nascosti in depositi segreti. Quando si scopre uno di questi depositi conviene controllare ciò che contiene: potrebbero infatti
esserci anche oggetti di un certo valore.
Folletto toscano con caratteristiche simili al Linchetto. Vive
vicino alle case dei contadini o alle stalle dove sono custoditi gli animali della fattoria. Spiritello dispettoso, si diverte a fare complicate trecce al pelo degli animali e, in
particolar modo, alle chiome delle belle ragazze.
E’ talmente abile, ad intrecciare capelli impastandoli con la saliva, che è praticamente impossibile sciogliere il groviglio che ne deriva.
Folletto benevolo, ma anche molto fastidioso, che vive nei pressi di Imola in provincia di Bologna. Il Barabanèn da alcuni è conosciuto anche con il nome di
Cardinalèn in quanto indossa un saio rosso, molto simile a quello pretalizio dei vescovi, e un berretto del medesimo colore. Alto dai 40 ai 50 centimetri, il Barabanèn
è dispettoso e impertinente e, come tutti i Folletti, ama nascondersi e spostare gli oggetti, costruire ostacoli invisibili in cui fare inciampare la gente, architettare situazioni
imbarazzanti, suggerire sogni bizzarri e inquietanti e, naturalmente, di notte rumoreggiare fino a tarda ora.
Folletto di origine veneta di cui non si hanno più tracce. Nessuna delle leggende che lo riguardano racconta perché, un bel giorno, senza nessuna ragione apparente, decise
di abbandonare il mondo degli uomini. Ancora oggi, però, questa piccola creatura viene evocata dai genitori per far quietare i bambini cattivi. Le sembianze del Barabao non sono
delle più rassicuranti: ha il volto brutto e irto di peli, indossa abiti vecchi e rammendati, ai piedi porta due enormi zoccoli e sulla folta capigliatura inalbera un cappello
rosso a cono. Simile a un gigante in miniatura, il Barabao abitava in campagna e spesso trovava fissa dimora nelle case dei contadini. Per ricompensarli dell’ospitalità, sovente li
aiutava nei lavori più duri della cura dei campi.
Il Barabao era una gran lavoratore e, se veniva trattato con il dovuto rispetto, poteva lavorare anche per giorni interi senza mai fermarsi. Al contrario, se offeso o maltrattato
diventava cattivo e dispettoso. In provincia di Venezia, il Barabao è chiamato anche Baraban, mentre in quella di Treviso è chiamato Barbarù.
Folletto molto brutto diffuso nelle Langhe e in provincia di Cuneo. Ha l’abitudine di inseguire e, grazie al suo aspetto demoniaco, spaventare i bambini che non tornano a casa prima del tramonto.
Vedi: Luo Barabicchou.
Vedi: Luo Barabicchou.
Folletto veneto con caratteristiche simili al Barabao, solo molto più brutto e cattivo. Il Barbariciu Cutel ha gli occhi fiammeggianti, un grosso naso e in spalla porta un sacco dove mette i bambini capricciosi che cattura. Quando ha fame, con il gran coltellaccio che porta alla cintola taglia a fette le sue prede e se le mangia.
Folletti volanti che si lasciano trasportare dalla brezza leggera del vento e, come tutte le cosiddette "creature del vento", sono quasi sempre invisibili. Il nome deriva dal dialetto trentino e significa "baciadonne". Sono spiritelli di natura benevola e solitamente trattengono i fanciulli in casa quando è imminente la bufera. Secondo la tradizione fantastico-popolare della valle dell’Adige e della Val di Non, invece, il Basadone personifica l’Ostro, il vento che soffia dal sud, e nella stessa Val d’Adige si racconta che avrebbe al suo seguito parecchi servi, brutti e buffi, con i quali scorrazza per i campi.
Folletto trentino caratterizzato dal fatto di non aver braccia né gambe. Il suo corpo è simile al manico di un’ascia e la testa ha forma di scure. Il Beilhund si diverte a sostituirsi all’accetta del boscaiolo e a scappare ridendo quando qualcuno tenta di usarlo per spaccare la legna. Dal carattere mutevole, come tutti i Folletti, il Beilhund può trasformarsi in una vera ascia affilata e inseguire i suoi molestatori.
Folletto dispettoso molto diffuso nel bergamasco. Il Berbéch insieme ai suoi inseparabili compagni, Malésen e Sblésen, combina scherzi di ogni tipo; secondo altre credenze il trio di Folletti fa parte della vasta schiera di diavoletti che ancora oggi popolano le campagne italiane.
Folletto dalle caratteristiche ambigue, diffuso in Val d’Aosta. Durante la notte assume la forma di un’ombra, e penetra nelle stalle rendendo la vita difficile a mucche e capre. Una volta scoperto, si fissa al soffitto sotto forma di una luna splendente.
Folletto decisamente brutto e cattivo che vive nel nuorese. Simile nell’aspetto al Barabio e nei comportamenti al Barbariciu Cutel, ha l’abitudine di rapire i bambini cattivi e mangiarseli.
Folletti che abitano la valle comasca di Cavarnia. Dal carattere imprevedibile, hanno occhi piccoli e scintillanti come tizzoni ardenti, le braccia corte e sono ricoperti di peli. Sono i
signori di quella gran parte del giorno che va dal crepuscolo all’alba. Anche se sono molto bravi nel nascondersi tra i cespugli, è facile scovarli seguendo i borbottii e i
bisbigli che continuano a emettere. Il loro scherzo preferito consiste nel nascondersi e improvvisamente lanciarsi addosso agli incauti viandanti.
I Bragöla hanno anche l’abitudine di assumere la forma di palla pelosa e lasciarsi scivolare lungo i pendii della valle. Un’altra loro cattiva abitudine consiste nell’intrufolarsi
nelle case per rubare castagne e latte. I Bragöla non sopportano le meschinità umane; al contrario, sono disponibili ad aiutare nei lavori dei campi le persone che ritengono
simpatiche e che lasciano pronte per loro la falce insieme a un poco di cibo.
Creatura fantastica, molto simile ad un Folletto, che solo pochi sventurati hanno visto. Solitamente il Bügn abita nei laghi, nei fiumi e nelle pozze di acqua stagnante della
provincia di Mantova. Il Bügn si manifesta quando vengono gettati dei sassi nell’acqua e, solo allora, si può scorgere a malapena la sua bocca irta di denti.
Secondo la tradizione della Val Cavarnia, il grande roccione bianco che domina il sentiero che porta a Tavagnago è considerato l’abitazione dei Folletti Bragöla. Ai più fortunati può capitare, nel primo mattino, di vedere stesi ad asciugare, sotto la Cà di Bragöla, dei piccoli rettangoli di stoffa bianca: sono i pannolini dei bragoletti che le mamme hanno steso ad asciugare.
Feroce Folletto notturno, molto vicino alla specie degli Incubi. Vive
in Veneto e nell’Alto Adige.
Il Calcaròt e praticamente invisibile e nessuno è mai riuscito a descriverlo. Di lui si sa solo che si diverte a turbare il sonno dei dormienti sedendosi sul loro petto.
Folletto notturno, parente del Calcaròt, che vive nelle campagne del veronese e del bresciano.
Folletto notturno, simile agli Incubi, molto diffuso nella Valle Anzasca e nella provincia di Novara.
Folletto friulano fastidioso come gli Incubi.
Folletto piemontese che ha tutte le caratteristiche degli Incubi. Non si hanno, però, notizie certe della sua attuale sfera d’azione.
Sono dei buffi Folletti conosciuti nel Senese che arrivano la sera nelle case a far chiudere gli occhi ai bambini capricciosi che non vogliono addormentarsi. Probabilmente il nome deriva da questa bizzarra attività.
Creatura errante della notte, conosciuta in Veneto e in Friuli, piccola e ricoperta di peli ispidi. Come tutti gli Incubi turba il sonno degli uomini sedendosi sul loro petto.
Il Cialciut, secondo alcune leggende, sarebbe una specie di vampiro che succhia il sangue a chi sorprende addormentato sul ciglio delle strade.
Folletto diabolico che imperversa in Lombardia e Piemonte.
Repellente nano notturno che nei tempi antichi era facile incontrare accanto ai patiboli o ai margini dei campi di battaglia. Oggi questa razza degenere di nani, come molte altre genie di Folletti e di esseri fatati, ha abbandonato il mondo degli uomini per sprofondare nel sottosuolo dei cimiteri. Si dice che il Crocchia-Ossa scavi gallerie interminabili, anche di parecchie centinaia di chilometri, collegando tra loro diversi cimiteri della regione dove dimora. Il Crocchia-Ossa si nutre di cadaveri e di vipere, e dal loro veleno ricava un distillato, tanto inebriante, quanto schifoso al palato.
Piccoli Folletti di indole benevola diffusi soprattutto sulle Alpi Lepontine. Chiamati anche Ometti, sono alti più o meno come un bambino di tre anni, hanno le dita dei piedi
accavallate e sono molto forti. Amano rubacchiare nelle dispense degli alpeggi, ma spesso in cambio del cibo lasciano monete o pezzi d’oro. Come tutti i Folletti sono molto permalosi e
possono arrabbiarsi per un nonnulla.
Per non incorrere nella loro ira basta fingere di non vederli, l’indifferenza è sempre la migliore arma per liberarsi dei Folletti dispettosi.
folletto piemontese che ha le sembianze di una fiammella danzante. Spesso è considerato uno degli aspetti che assume il Servan.
Folletto calabrese particolarmente maligno.
Folletti notturni che amano aggirarsi per i boschi delle Alpi della Svizzera italiana. Come tutti i Folletti simili agli Incubi, amano entrare furtivamente nelle case degli uomini e sistemarsi sulla pancia degli ignari dormienti. In questa anomala posizione, premendo con tutte le loro forze all’altezza dello stomaco, provocano sogni angosciosi e impediscono una corretta e distesa digestione.
Singolari Folletti notturni dalle sembianze femminili. Si racconta (pochi lo fanno ad alta voce) che amano aggirarsi nelle campagne con il favore dell’oscurità, per combinare scherzi terribili agli uomini che hanno la malaugurata sorte di incontrarli. Lo scherzo consiste nel provocare terribili incubi ai dormienti. L’Encof può vantare solo pessime azioni; talvolta ostruisce il condotto del fumo per asfissiare i contadini con l’ossido di carbonio prodotto dalla combustione del legno. Il cibo di cui si nutre è quello della fattoria dove compie le sue malefatte. Apprezza soprattutto i dolci appena sfornati. Talvolta gioca brutti scherzi anche a cavalli e asini, evitandone accuratamente gli zoccoli.
Diffusa genia di Folletti abitanti della Val d’Aosta e del sud della Francia. Su di loro è viva una curiosa tradizione popolare: si racconta che in particolari periodi dell’anno,
durante le bufere più violente, le stalle vengano assalite da questi spiriti Folletti che si divertono a liberare le mucche e a farle correre sotto la pioggia fino a condurle in
luoghi lontani, di cui non è dato sapere l’esatta locazione, per riportarle poi nelle stalle dopo qualche ora; altre volte si limitano a mungerle e a rubare il latte.
Folletti molto simili nelle abitudini alla famiglia degli Augurielli. I Fajetti sono diffusi in tutta la Calabria e sono assidui frequentatori delle cantine e dei solai delle case di campagna. Approfittando del favore dell’oscurità, penetrano nelle case e si divertono a procurare un frastuono assordante. Talvolta si dilettano a nascondere gli oggetti nei posti più disparati, tanto che risulta un vero problema ritrovarli. Sono soliti prendersela con le ragazze, ma bisogna far finta di nulla per fare in modo che il Folletto, non divertendosi, vada in cerca di un’altra vittima.
Folletto dispettoso dall’aspetto di una scimmia pelosa; questa bizzarra creatura entra furtivamente di notte nelle abitazioni per sedersi con violenza sulle pance degli uomini e provocare ai poveri malcapitati terribili incubi.
Folletti alti 40 centimetri e diffusi nella tradizione popolare dell’Italia del centro-nord. Le dimensioni dei loro discendenti si sono ridotte con il passare del tempo a quelle di un maggiolino. I suoi vestiti ben fatti e fastosi del passato sono ormai ridotti a miseri stracci; il Folletto Farfarello non ha mai voluto dimenticare il proprio nobile passato. I Farfarelli sono di indole coraggiosa fino alla temerarietà; un tempo litigiosi e fracassoni, oggi sono divenuti taciturni e solitari. Entrano in casa e bevono tutta la birra che trovano nel frigorifero e come ringraziamento per l’ospitalità ricevuta, spalmano il burro sui gradini delle scale.
Poco diffusa genia di Folletti dei boschi, i Faunet sono molto popolari o meglio lo erano, poiché sono quasi tutti estinti. Sono di piccole dimensioni, alti poco meno di 30 centimetri, hanno due orecchie assai appuntite e un gran ciuffo di capelli sulla fronte, sono velocissimi ed è molto difficile incontrarli poiché si accorgono della presenza dell’uomo anche a grande distanza. E’ possibile, tuttavia, trovarseli di fronte lungo un sentiero e, in questo caso, converrebbe fingere la massima indifferenza e proseguire il cammino con grande naturalezza: questo è l’unico modo di evitare i loro scherzi.
Folletto dalla natura maligna diffuso lungo la costa triestina. La caratteristica principale è quella di divertirsi a stracciare le vele dei natanti dei pescatori che si trovano in mare aperto durante un fortunale e di rovesciare le barche provocando tremende ondate. Non tralascia di scatenare violente trombe d’aria sulle campagne vicine alla costa, proprio mentre i contadini rincasano al tramonto dopo aver seminato. Piccolo e brutto emana un agretto odore di salsedine.
Nei pressi di Pinerolo vive una piccola genia di Folletti che ama fare scherzi alle fanciulle delle locande. I Follat non amano farsi vedere dagli altri esseri umani e prediligono nascondersi sotto le gonne delle donne per spiarne le gambe.
Nome immaginario con cui vengono talvolta chiamati gli spiriti collegati al fenomeno dei fuochi fatui o, molto raramente, legati al fuoco di Sant’Elmo. Sono detti anche: Spiriti, Nani del Lanternino, Omini del Lanternino, Fiammette, Fiammella sacra ecc.
Normalmente quando si frequentano i boschi si è poco attenti alle creature che li abitano. I Folletti dei Muschi hanno dimensioni microscopiche, alcuni sono erbivori, altri insettivori e altri ancora carnivori. Sognatori e cupi, si ritrovano attorno agli alberi più antichi dei boschi in cui abitano per ascoltare le voci della natura e osservarne l’evolversi in religioso silenzio.
Anche questa variante di Folletto notturno ama intrufolarsi durante la notte nelle case degli ignari contadini per provocare incubi e indigestioni. E’ diffuso nella fantasia popolare della Toscana.
Folletto legato alla tradizione popolare di Reggio Calabria. Ha le caratteristiche dei Folletti italici, con in più una lunga barba, solitamente bianca. Il tipico Fuddettu è ghiotto d’uova di gallina, molto fresche, che ruba nei pollai. Ama farsi trasportare sulla groppa dei ranocchi e giocare con i bambini che dormono ponendoli nelle posizioni più strane, mettendoli a dormire in terra, oppure sotto il letto. Conosce il sito di tesori dimenticati e non vuole che si sparli di lui, altrimenti si vendica con un’infinità di estenuanti scherzi, che talvolta raggiungono spaventosi eccessi. Inoltre, si diverte a scambiare il contenitore del sale con quello dello zucchero, dell’olio con l’aceto, del lardo con la marmellata e anche la cioccolata con gli escrementi di mucca.
Bizzarro Folletto della tradizione marinara. Ha una struttura minuta e la faccia nera. Orribile a vedersi, ama saltellare e sgambettare sulle imbarcazioni dei pescatori.
Folletti legati alla tradizione popolare del Veneto, quella dei Gambarétol è una specie che vive nella valle del Biòis. Sono piccoli esseri deformi, completamente vestiti di rosso e vivono prevalentemente vicino a foreste di conifere; sono molto curiosi e trascorrono il tempo a spiare gli uomini. Amano inoltre rubare gli attrezzi di lavoro agli ignari contadini durante la semina dei campi; l’unico modo di evitare gli scherzi di questi ilari Folletti, è quello di fingere la massima indifferenza e dare loro a voce alta dello stupido.
E’ un bizzarro Folletto diffuso nelle campagne bergamasche dall’aspetto minuto e dal corpo tozzo e peloso; gli occhi sono piccoli e rossicci; il viso è rugoso e lo sguardo pieno di malizia. Si diletta a nascondere gli oggetti delle giovani donne e durante la notte fa tintinnare i vetri delle case. Ogni tanto agita catene sui tetti spostando le tegole. Il Folletto Gambastorta è chiamato così per il suo tipico andamento sbilenco.
Benevoli Folletti che amano far divertire i bambini con i più disparati giochi. Si mantengono quasi sempre in stato d’invisibilità, per questo motivo è impossibile descriverne le fattezze fisiche. Si racconta che solo pochi bambini siano riusciti a vederli completamente, ma una volta cresciuti ne abbiano dimenticato l’aspetto.
E’ un Folletto che dimora nelle vicinanze di Lucca e che vive divertendosi ad assumere le sembianze più originali e strampalate. Questo simpatico Folletto a volte diventa un foglio di carta che si lascia trasportare dal vento o una pietra ferma sul ciglio di una strada; più spesso è un palo di attracco lungo i fiumi e coloro che incautamente vi legano la barca finiscono per trovare l’imbarcazione in mezzo alla corrente. Il Giosalpino, Folletto burlone, vive lungo la costa tirrenica nella macchia mediterranea, alcune volte si spinge anche nell’interno; durante le notti di luna piena ama ballare illuminato dalla fredda luce argentea.
Curioso Folletto dispettoso, ma di indole buona, custode di inaccessibili tesori nascosti. Non ama essere riconosciuto e, quindi, qualora lo si scorgesse, bisogna far finta di niente per riuscire a passare indenni da scherzi e bizzarrie. Ha l’aspetto di un nano rugoso e le dimensioni di un bambino; inoltre, ha i piedi palmati e rivolti al contrario.
Folletti che amano lasciarsi trasportare dal vento. Dei loro usi e costumi non si conosce nulla perché si sono estinti nelle tradizioni popolari della Toscana.
E’ un Folletto benevolo e molto simpatico, che vive in Piemonte. Il Guehillon di Loo è vestito con una tunica rossa tutta rammendata e indossa un cappellino a cono dello stesso colore. Spesso lo si sente ridere di gusto quando ci sono gruppi di mucche al pascolo, anche perché si ritiene un provetto mandriano.
Folletti domestici diffusi nell’Alto Adige. Il loro nome significa "spirito della casa". Gli Hausgeister sono bonaccioni e dei gran lavoratori e passano gran parte della loro giornata a
mettere in ordine la casa e le stalle. Ma se vengono offesi o provocati ne combinano di tutti i colori.
Impropriamente chiamate Folletti della notte, queste creature notturne non sono altro che demoni caratterizzati dall’abitudine di turbare nei modi più diversi il sonno degli uomini. Alcuni sono soliti sedersi sul petto delle persone addormentate e provocare incubi terribili. Altri, come dei vampiri, amano rubare il respiro ai bambini e agli anziani. Altri ancora invece si limitano a praticare ogni tipo di scherzo. Nell’antica Roma l’Incubo era un’entità soprannaturale custode di tesori e ricchezze nascoste.
Il Folletto Juffri vive negli angoli delle strade cittadine. Si diverte a tendere trabocchetti ai passanti ignari della sua presenza. Solitamente invisibile ai più, talvolta si materializza e inizia a parlare molto velocemente facendo perdere l’orientamento al passante. Le vittime di questa ipnotica chiacchiera non si rendono più conto del trascorrere del tempo e solo quando il Juffri smette di parlare si accorgono che, invece di minuti, sono passati giorni. Dorme gran parte della giornata e si nutre principalmente di uva e mandarini senza semi. Il volto è sempre sorridente e i capelli sono arruffati a riccio.
Razza poco diffusa di Folletti che derivano direttamente dagli Incubi dell’antica Roma. I Karket vivono nel circondario di Biella e in provincia di Vercelli nascosti in piccole grotte sulle pendici delle montagne. Poiché, a quanto si dice, hanno i piedi a forma di zampa d’anatra, e si vergognano molto di questa malformazione, non amano mostrarsi agli occhi dell’uomo. Come gran parte delle razze del Piccolo Popolo anche loro amano danzare alla luce fredda della luna.
Pittoresca tribù di Folletti pugliesi diffusa principalmente nella provincia di Taranto. I Lauri sono spiritelli domestici alti fino a 30 centimetri, gradevoli e proporzionati che assomigliano a bimbi di due o tre anni. Hanno gli occhi lucenti e neri, i capelli dolcemente arricciati e un sorriso malizioso sempre pronto. Sono vestiti con una piccola tunica di velluto rosso e hanno sul capo un berrettino a cono dello stesso colore. Questi folletti sono decisamente burloni e dispettosi, specialmente durante la notte. Dopo il tramonto infatti si divertono a legare le code e le criniere dei cavalli in un groviglio di nodi indissolubile, oppure a strappare via di colpo le coperte ai bambini mentre dormono, o ancora ad arruffare i capelli alle ragazze graziose. Si dice che talvolta i Lauri appaiano alle persone e domandino loro se desiderano una pentola di monete d’oro o un cesto di carbone. Ovviamente, per ottenere questa preziosa pentola, occorre rispondere che si preferisce il carbone: dispettosi come la maggior parte dei Folletti, infatti, i Lauri fanno il contrario di quel che si dice. Tutti i Lauri amano alla follia gli animali anche se spesso e volentieri li sottopongono ad ogni sorta di scherzi.
Folletto decisamente dispettoso e amante del caos. Si diletta a intrecciare in maniera indissolubile le code e le criniere dei cavalli e come gli Incubi usa sedersi sul petto degli uomini addormentati per trasmettere paure e angosce e render loro difficile il sonno. Il Lauro vive nell’Italia meridionale ed è per questo che la sua pelle appare sempre abbronzata. Il corpo è mingherlino, ma ben proporzionato, e i capelli sono ondulati e corvini. Curioso e amante degli scherzi, ama assumere l’aspetto di cane, lupo o gallo. Ma poiché non si separa mai dal suo berrettino rosso è facile scoprire l’inganno. Pigro come nessun altro Folletto, ama gli animali e si prende cura di loro con passione ma evita scrupolosamente ogni tipo di lavoro domestico. Alcune vecchie dicerie raccontano che il Lauro ha il potere di ridare la verginità alle donne che l’hanno perduta, qualunque sia la loro età.
Folletto diffuso in Toscana. Nel 1897 G. Giannini nel suo "Canti popolari della montagna lucchese" lo descrisse così: "...E’ uno spirito allegro e bizzarro che si nasconde nei tini al tempo della vendemmia, arriccia i crini ai cavalli e si prende il gusto di bussare la notte alla porta di quelli che dormono, spingendo alle volte lo scherzo al punto di entrare nella camera da letto e di buttare per terra le lenzuola o di mettersi a sedere sul petto dell’ignaro dormiente, impedendogli di respirare. In questo caso bisogna levarsi e andare a mangiare in un cantuccio un poco di pane e di formaggio facendo al tempo stesso i propri bisogni e pronunciando la frase: "alla faccia del Linchetto mangio e caco questo cacetto". Pare che il Folletto, di fronte a un simile oltraggio, se ne vada via offeso e sdegnato proferendo insulti e minacce di ritorsione verso l’incauto".
Folletto che vive in Piemonte, in particolare nelle province di Torino e Cuneo. Il nome deriva dalla curiosa barbetta caprina che porta sul mento; la sua predilezione per lo spaventare i bambini lo annovera tra i Folletti più dispettosi e cattivi della regione. Come tutti gli esseri incantati della sua stirpe, cambia repentinamente umore, trasformandosi in un buon compagno di giochi per bambini in tenera età.
Folletti della Valtellina. Abilissimi minatori, lavorano indefessamente in profonde miniere d’oro. Una volta estratto questo prezioso metallo, lo nascondono in luoghi sicuri e irraggiungibili dall’uomo. Infatti giudicano l’uomo troppo avido per meritarsi questi tesori della natura. I Maget sono molto permalosi e quando l’uomo li scorge sono molto abili nel far perdere le loro tracce. Quando nevica abbondantemente provocano pericolosissime valanghe quasi sempre all’origine di ingenti danni a cose e, in diversi casi, anche a persone. I Maget però non sono malvagi e cercano sempre di evitare che questi disastri facciano vittime tra gli esseri umani.
Folletto dispettoso, molto diffuso nel bergamasco, compagno di scherzi del Berbéch e dello Sblésen.
Folletti che vivono nel circondario di Castroreale, vicino a Messina. I Mamucca sono abilissimi nel nascondere gli oggetti di casa. Quando prendono di mira un essere umano, fortunatamente succede di rado, lo fanno con tale accanimento da costringerlo a cercarsi una nuova casa. L’unico sistema per farli desistere è quello di fingere la massima indifferenza. Anche questa razza di Folletti ha un carattere decisamente incostante.
Singolare razza di Folletti che non ha eguali nel mondo del Piccolo Popolo e che vive sulle irraggiungibili cime innevate del Monte Bianco. I Manteillons sono strani esseri senza gambe e indossano un ampio mantello che nasconde la loro anomalia fisica. Naturalmente, come ogni Folletto che si rispetti, anche loro sono soliti infastidire i valligiani con ogni genere di scherzo: saccheggiano senza ritegno le dispense, legano le mucche a due a due per la coda, strappano le coperte dai letti, schiaffeggiano sonoramente i poveretti che dormono della grossa. Creature notturne per eccellenza, si divertono a rompere i vetri delle finestre delle case in cui trovano le luci accese. Tempo fa i Manteillons erano soliti frequentare, spostandosi dall’uno all’altro con il favore delle tenebre, i rifugi di montagna nei dintorni di Aosta e se per caso incontravano un uomo si trasformavano in esseri feroci e terribilmente pericolosi.
Folletti tranquilli e amici dell’uomo (ben volentieri lo aiutano nei piccoli lavori domestici) che abitano sulla costa jonica della Calabria. I Marrauchicchi hanno piccoli occhi ardenti color vermiglio e indossano un cappuccio rosso da cui non si separano mai. Secondo la tradizione popolare questi Folletti conoscono tutti i luoghi dove nel passato sono stati sepolti tesori e pignatte piene di monete d’oro. Per farsi confidare queste informazioni occorre rubargli il berrettino rosso che portano sul capo (azione molto difficile in quanto i Marrauchicchi sono più rapidi di una lepre e capaci di nascondersi nei buchi più inaccessibili) e minacciarli di non renderglielo mai più.
Folletti calabresi che abitano i monti della Sila. Sono creature minute e di aspetto gracile vestite con una piccola tunica nera da monaco completa di cappuccio. Per sopravvivere si sono ridotti a rubare galline nei pollai.
Vicini ai Salvanelli, sono diffusi principalmente in
Veneto.
I Massariòl sono alti 30 centimetri, sono vigorosi e dall’aspetto tracagnotto, hanno il volto rubicondo e gioviale e portano sempre un cappuccio verde ben calato sopra la
fronte. Durante il periodo della semina, e talvolta anche durante il raccolto primaverile, organizzano alle spalle degli ignari contadini scherzi fastidiosissimi. Spesso seguono i
pastori e le greggi dando del filo da torcere ai cani che accompagnano le bestie al pascolo. A volte si introducono nelle stanze da letto dei giovani sposi e dopo essersi ben nascosti
dietro i mobili disturbano le loro notti d’amore.
Folletti tranquilli e golosi diffusi in Veneto, sono parenti stretti dei Massariòl. Voraci e insaziabili i Mazarûl adorano le grandi abbuffate a base di insaccati e maccheroni al sugo.
Agguerriti Folletti che vivono nelle campagne circostanti Macerata. Creature notturne, assomigliano a delle piccole scimmie pelose e sono all’origine di quei fastidiosi rumori che animano le case di campagna. Il loro nome deriva dallo spagnolo "mazziquin", un termine arabo con il quale erano chiamati i geni.
Folletti sardi molto simili, nei comportamenti, agli Augurielli. Una leggenda racconta che fino ad oggi un solo ragazzo è riuscito a divenire loro amico e a farsi condurre dov’era sepolto un tesoro. In cambio di questa inaspettata ricchezza i Mazzamureddi vollero però una corona del rosario.
Piccolo Folletto dall’aspetto un po’ selvaggio e ribelle.
Il Mazzaròt di Bòsc ha il pelo, la pelle e i vestiti completamente rossi, e la sua statura raggiunge i 50 centimetri. Calza zoccoli di legno grezzo e vaga per i boschi,
armato di mazza di legno, spaventando gli animali e i viandanti. Quando è molto arrabbiato o nervoso ha la particolare abitudine di colpire con la sua mazza tutte le pietre che
incontra. Questo permette di sentirlo arrivare ed evitare così di incontrarlo. Il Mazzaròt di Bòsc non ha un carattere molto docile ma, in fondo, non arreca molti
danni all’attività degli uomini. Anzi, passa la maggior parte del suo tempo a ripulire i sentieri dai rami secchi e dagli sterpi.
Folletti siciliani dalla statura tarchiata e la barba folta caratterizzati da una particolarità agghiacciante: la parte posteriore del loro corpo è cava. Anche i Mercanti come tutti i Folletti del sud portano il classico berrettino rosso. Solo che il loro ha un grosso fiocco al suo apice. Parsimoniosi, possiedono tesori di valore inestimabile costituiti da pezzi d’oro foggiati a forma di piante e animali esotici. Come sottolinea il loro nome amano commerciare e per questo, una volta l’anno, durante il periodo natalizio, si incontrano in un luogo nascosto e danno vita a un mercato dove vengono esposti tesori di rarissima bellezza. Gli umani che riescono a scoprire dove si tiene questo mercato possono acquistare oggetti molto preziosi a prezzi ridicoli.
Folletto scherzoso e burlone dalle fattezze identiche ai Monacielli diffuso nelle regioni dell’Italia meridionale. Nel "Pragmatica de locato et conducto" (una raccolta delle leggi e delle consuetudini che regolavano gli affitti delle case pubblicato a Napoli nel 1587) vi è un intero articolo di legge dedicato ai Monacelli in cui si dice esplicitamente che qualora il locatario venisse assalito dagli spiritelli maligni chiamati Monacelli, gli è permesso abbandonare l’abitazione senza il pagamento della pigione.
Folletto lucano molto simile al Munaciello.
Vedi: Munaciello.
Vedi: Marrauchini.
Vedi: Munaciello.
Folletto molto diffuso nella provincia di Bari. Il Monacidd è chiamato anche monaco-uccello e si crede sia capace di provocare la pioggia. Il Monacidd ha la stessa radice etimologica del Munaciello.
Paffuti e rubicondi Folletti semicalvi con l’occhietto vispo e cerchiato di blu. Una volta insediati in una casa fanno un tale baccano da costringere gli inquilini ad andarsene. Conosciuti anche come i guardiani dei tesori, questi Folletti passano trecento giorni all’anno vegliando su tesori sepolti e miniere abbandonate. Nei rimanenti sessantacinque giorni scorrazzano su e giù per l’Italia, la Grecia e qualche volta la Svizzera.
Folletti conosciuti soprattutto in Calabria. Dispettosi e burloni come tutti i loro parenti hanno però una peculiarità che molti invidiano loro: possono trasformarsi in gatti. Così trasformati, durante le ore notturne, vanno a sedersi sul petto di chi dorme provocandogli sogni angosciosi. I Monaci Folletti preferiscono vivere nelle case dei poveri e pur aiutandoli non sono mai degli ottimi coinquilini. Infatti oltre al loro aiuto regalano sonni infelici. Ogni Monaco Folletto possiede una pignatta piena d’oro da cui non si separa mai e che solitamente nasconde dentro un vecchio muro o sotterra vicino a un albero in un luogo solitario. I Monaci Folletti sono particolarmente avidi e difficilmente se la lasciano portare via. L’unico momento per derubarlo è quando segue i suoi padroni di casa verso la loro nuova dimora. Attenzione però: il Monaco Folletto è vendicativo, soprattutto la notte.
Folletti diffusi in Alto Adige, i Morkies sono creature solitarie che amano vivere nei boschi. Per tenere lontano gli uomini dalle loro case sono soliti trasformarsi in radici rinsecchite o in rami secchi e contorti, e appostarsi lungo gli stretti sentieri di montagna fissando con occhi inquietanti i viandanti. Questi non riconoscendo i Folletti nascosti tra la vegetazione, si sentono a disagio e si allontanano il più velocemente possibile. Secondo altre tradizioni orali i Morkies sono esseri fantastici molto simili ai Fauni, ma con lo sguardo sempre fisso nel vuoto.
Folletto pugliese curioso e dispettoso che deve il suo nome al saio da monaco che indossa. In genere è piuttosto benevolo verso gli uomini, ma il suo aiuto cessa nell’istante stesso in cui un uomo svela i suoi poteri magici. In Calabria è chiamato Monachiello o Monachidd. Come molti suoi simili è attratto in modo maniacale dall’oro e custodisce gelosamente una pignatta piena di tesori.
Creature misteriose, chiamate anche Eismandl, che dimorano in Alto Adige. Alti circa 40 centimetri hanno l’aspetto di piccoli vecchi barbuti e sono caratterizzati da un cappello a larga tesa. I Nani del Ghiaccio vivono nel più tranquillo isolamento, incuranti delle tormente, delle valanghe e delle tempeste di vento. Abitano nei cunicoli che scavano nei ghiacciai e in questi veri e propri labirinti custodiscono immensi tesori.
Chiamati anche Nörgel, hanno pressappoco le stesse caratteristiche fisiche dei Nani del Ghiaccio e vivono nelle valli dell’Alto Adige fin dai tempi in cui Noè vi portò la vite. Allegri e di compagnia, amano cantare e ballare e partecipare alle bevute che caratterizzano il periodo della vendemmia. E’ facile incontrarli mentre, completamente ubriachi, dormono vicino alle cantine o nei prati circostanti le vigne.
Simili ai Nani delle Montagne del resto d’Europa, questi che dimorano in Alto Adige, secondo alcune tradizioni locali, a volte sono scambiati per i fuochi fatui dei cimiteri.
(Vedi: Ometti).
Questo è uno dei tanti nomi che vengono attribuiti a dei nani che vivono nelle valli dell’Alto Adige. (Nani Minatori). La tradizione popolare alto atesina racconta che Dio creò queste particolari creature perché i monti erano aridi e scarsamente abitati. E, poiché in queste montagne vi erano immense ricchezze, ecco che gli Ometti furono plasmati per raccogliere e lavorare tali straordinari tesori. Molto somiglianti all’uomo, generalmente gli Ometti si fanno vedere solo nei luoghi dove abbonda l’oro o l’argento e la loro presenza è sempre considerata di buon auspicio. Qualcuno li chiama anche Monaci della Montagna a causa del piccolo saio marrone che indossano durante la lavorazione dei metalli estratti. Degli Ometti si parla in un antico testo di G. Agricola - "De animantibus subterraneis" - pubblicato intorno al 1550 a Basilea. Agricola scrive che comparivano davanti ai minatori uomini vestiti come loro e si mettevano a giocare; ballando, ridendo, facendo smorfie e sberleffi e spesso lanciando sassolini ai lavoranti. Altri autori raccontano che gli Ometti, durante i mesi estivi, mettevano all’ingresso delle caverne una scodella con dentro qualche moneta, oppure qualche pietra pregiata in modo che i pastori potessero sostituirla con del latte. Oggi degli Ometti si è persa ogni traccia, anche se in provincia di Novara, in Val Cannobina, vive una razza molto affine a quella degli Ometti (Vedi anche: Sanguanelli, Crüsc.).
Esserino notturno che, secondo la tradizione senese, fa addormentare i bambini capricciosi. Ci riesce grazie a un espediente poco grazioso: lanciando nei loro occhi un pizzico di sabbia per costringerli a chiuderli. Non sempre il bambino si addormenta felicemente, anzi, spesso scoppia in lacrime per il troppo bruciore. Questa creatura è anche conosciuta con il nome di Sabbiolino. (Vedi anche: Omino del Sonno).
E’ un piccolo Folletto che si aggira per le campagne durante le ore notturne. Indossa un cappello a cilindro e penetra nelle case di campagna attraverso i muri. Con se porta sempre un
sacchetto di sabbia che non si esaurisce mai. La sabbia gli serve per lanciarla a pizzichi negli occhi dei bambini che non vogliono dormire o stentano a prendere sonno. E’ conosciuto un
po’ ovunque nella nostra penisola, ma soprattutto al nord dove è chiamato Sabbiolino.
Piccolo Folletto domestico che vive nella zona di Massa Carrara. Predilige abitare nelle soffitte delle vecchie case coloniche abbandonate, nascosto sotto le travi di legno e negli angoli più reconditi delle polverose mansarde . Folletto molto ordinato e pignolo accudisce con estrema precisione l’ambiente dove vive e si considera il vero padrone di quel luogo. Se qualcuno osa scacciarlo o prova soltanto ad importunarlo è capace di scatenare una terribile rappresaglia a base di scherzi molto pesanti.
Folletto decisamente maligno e orrendo a vedersi. Il suo nome deriva da "pavor" - paura - e ha aspetto assai poco rassicurante: la testa simile a quella di un grosso cane, con occhi color vermiglio che lanciano bagliori di fuoco, denti di ferro e bocca enorme. Le unghie sono artigli simili a quelli del nibbio e in più è dotato di una coda saettante che somiglia ad un serpente. Questa creatura abita preferibilmente nei campi appena seminati a fagioli o a fave e infatti vive solo per incutere terrore e spavento ai ragazzini che calpestano impunemente i terreni coltivati. Il Pavarò è vestito di stracci che ruba agli spaventapasseri e indossa un cappellaccio largo di paglia intrecciata. I Pavarò portano sempre con loro un falcetto acuminato che usano per colpire con violenza le gambe dei curiosi che entrano nel campo seminato.
Folletto diffuso in Lombardia ha delle abitudini decisamente discutibili. Passa la maggior parte del tempo nascosto o in uno stato di invisibilità completa che gli permette di stuzzicare gli ignari viandanti.
Razza di Folletti legata alla tradizione popolare della penisola istriana. Sono creature piuttosto maligne che provocano danni a non finire alle coltivazioni e alle case coloniche dei contadini. Amano anche entrare, durante la notte, nelle abitazioni allo scopo di impedire agli uomini di vivere sonni tranquilli.
Vedi: Chiusini.
Folletto notturno del bresciano. Piccolo e terribilmente dispettoso, si diverte ad affliggere le persone assopite con grida e scherzi insopportabili. Talvolta si siede sul petto dell’ignaro dormiente rubandogli il respiro e provocandogli degli incubi incredibili. Per allontanarlo bastano dei semplici scongiuri o degli amuleti. In alcune zone si usava infilare sotto al letto una croce di Sant’Andrea.
Simpatico Folletto abitatore dei passi alpini, vive sulla catena dolomitica nella zona del fiume Brenta. Amico della gente che visita le sue montagne, aiuta i turisti che si smarriscono lungo i sentieri. Amico degli animali e dei contadini il Rurel di solito è invisibile e assiste a ogni mungitura badando a che nulla vada storto. Quando le bestie sono agitate e irrequiete, è sufficiente che il Folletto si metta vicino a loro, rimanendo sempre invisibile, perché si calmino all’istante.
Vedi: Omino del Sonno.
Folletti piuttosto maligni, diffusi in Veneto e in Emilia, non hanno nulla a che vedere con la stirpe dei Salvanelli, simili nel nome, ma dal carattere completamente diverso. I Salbanelli sono soliti ipnotizzare le loro vittime per indurle a commettere le azioni più strane e impensate. Alti poco meno di un metro, questi folletti hanno un testone enorme e le mani e i piedi sono grandi e deformi. I capelli, grigi e ricci, scendono selvaggi fin sulle spalle e formano un tutt’uno con la barbaccia che gli cresce fitta sul viso. Il petto è villoso ed emana un cattivo odore. Gli occhi sono due piccole fessure che celano uno sguardo acuto e penetrante. Decisamente brutti a vedersi, i Salbanelli se ne vanno in giro completamente nudi. Solo nei mesi invernali indossano piccole tuniche rosse rotte e sdrucite. I Salbanelli non amano parlare e comunicano fra di loro soltanto con rudimentali gesti delle mani. Di tanto in tanto lanciano stridule risate in grado di provocare danni all’apparato uditivo dell’uomo.
Folletti alti 70-80 centimetri, di corporatura snella e scarna, hanno una pelle irsuta e coperta da una fitta peluria rossiccia. Amano i colori forti e di solito si vestono di rosso. Come tutti i Folletti della tradizione folcloristica italiana, anche i Salvanelli prediligono spaventare il bestiame delle fattorie e amano inseguire le mucche nei prati, impedendo loro di dormire. Di tanto in tanto si avventurano all’interno delle case dei contadini per spaventare i bambini che recitano le preghiere prima di addormentarsi. Spesso, ai viaggiatori che, nel cuore della notte, percorrono gli isolati sentieri di montagna, può accadere di essere affiancati da queste creature saltellanti ed essere accompagnati per lunghi tratti delle loro camminate.
Variopinta casata di Folletti diffusa nel nord Italia. Brutti e deformi nell’aspetto, come la maggior parte dei loro simili, durante la notte si agitano senza tregua e spaventano i contadini rendendo loro impossibile dormire. Da molti sono considerati una sorta di nani dei boschi.
Vedi: Omino del Sonno.
Vedi: Omino del Sonno.
Sono Folletti alti 50-60 centimetri e hanno corporatura snella; il colore della pelle molto bianco li rende quasi spettrali. Si aggirano nelle campagne durante le notti senza luna, per giocare brutti scherzi ai poveri viandanti.
Folletto dispettoso, molto diffuso nel bergamasco, compagno di scherzi e birichinate del Berbéch e del Malésen.
Pittoresca casata di Folletti abitatori delle regioni del nord-ovest dell’Italia, specialmente nella provincia di Cuneo. Piccoli, svelti e agilissimi, sono dotati di una forza
incredibile e si mantengono quasi sempre invisibili. I Servan sono soliti frequentare le campagne e le case dei contadini, oppure baite di montagna. Quando vengono offesi o scacciati si
vendicano combinando una lunga serie di scherzi che costringe gli occupanti a lasciare l’abitazione. Solitamente, come quasi tutti i Folletti della tradizione italica, smorzano la
virulenza dei loro scherzi in presenza di una bella fanciulla. Anzi, si racconta che in molti casi alcuni Servan rinuncino alla loro indole dispettosa per aiutare le ragazze nelle
faccende domestiche, in cambio della loro compagnia. I Servan desiderano oltre ogni cosa assomigliare all’uomo e perciò spesso scambiano i loro piccoli con i bambini appena
nati.
Folletto dai costumi licenziosi e un po’ frivoli che vive nella provincia di Bergamo. Voyeur impertinente, lo Sgranf ama spiare le belle donne mentre si cambiano d’abito, oppure mentre fanno il bagno. Spesso, sfruttando le sue minute dimensioni, si raggomitola su se stesso e si nasconde sotto le gonne per guardare le gambe delle ignare malcapitate. Altre volte, per spiare ancor meglio le ragazze, si trasforma in un piccolo gomitolo di lana e si fa raccogliere e nascondere nel seno. Solo allora si lascia andare ed è facile sentirlo sghignazzare di piacere.
Folletto la cui esistenza si perde nella memoria umana. Si racconta che si aggirasse nelle campagne del Piemonte e facesse scherzi ai contadini e agli animali delle fattorie. L’aspetto fisico e le peculiarità del carattere sono ormai dimenticate.
Nel paese di Clusone, in provincia di Bergamo, si racconta di uno Squass, piccolo Folletto pestifero, che era solito mettersi a cavalcioni sui tronchi che costeggiavano la strada e ridere a squarciagola degli ubriachi che il lunedì sera tornavano dal mercato. Di questo particolare Folletto non si ricordano però le fattezze.
Piccolo Folletto conosciuto nelle campagne circostanti Torino e Cuneo. Il Tockji è una creatura dispettosa e antipatica. L’unico modo per non subire i suoi scherzi è quello d’ignorarlo completamente.
Folletto che dimora nella zona di Bari, ma che è possibile incontrare in altre zone della Puglia meridionale. Questa creatura ormai convive abitualmente a contatto con l’uomo nelle abitazioni cittadine, ed è considerata uno spirito domestico. E’ un genietto della casa, un nume tutelare della famiglia e dispensatore di favori, ma anche burlone artefice di guazzabugli improvvisi. Infatti, se trova l’abitazione di suo gradimento ne favorisce benevolmente il padrone, arrivando anche a procurargli piccole somme di denaro, ma se invece la casa non è di suo gusto, non smetterà mai di mettere in atto fastidiosi scherzi, tanto che, alla lunga, chi vi abita sarà costretto ad andarsene. Gli U’ augurie sono però molto indulgenti e particolarmente benevoli con le belle fanciulle in età da marito. Gli U’ augurie sono parenti molto stretti dei Folletti Augurielli.
Folletto con le dimensioni di un bambino di quattro anni. Ha il viso molto florido dall’espressione allegra, ma solcato da profonde rughe che talvolta lo deformano irrimediabilmente. Barba e capelli bianchi, corpo armonioso e molto muscoloso, testa grossa rischiarata da un bel sorriso e da occhietti vividi. Vive in casa sotto il fuoco del caminetto e si ciba di burro, cereali e formaggi rubati durante le ore notturne nella dispensa. Buono e servizievole, tiene pulita la canna fumaria del caminetto.
Creatura fatata che risulta essere un incrocio tra un Elfo e un Folletto. Dimora nella Val di Genova nei pressi di Trento.
Lo Zampa del Gal è un giovane di bell’aspetto ed è solito appostarsi all’imbocco della sua valle ad aspettare il passaggio di fanciulle che cerca immancabilmente di
sedurre. L’unico segno che permette di riconoscere la sua natura magica è la mano a forma di zampa di gallo a cui, con malinconia, non riesce a dare un aspetto umano. Secondo
alcune fonti pare che una creatura simile allo Zampa del Gal, che era solita sedurre belle ragazze per poi farle scomparire, risiedesse tra le Alpi Cozie.
Folletti che dimorano tra i boschi della Val Formazza in provincia di Novara. Scivolare con slitte di legno lungo i declivi innevati dei monti è il loro passatempo preferito. Non è una specie violenta o maligna e, spesso e volentieri, aiutano i valligiani nei lavori dei campi. Molti raccontano che una volta uno Zuerghie abbia prestato servizio, come servitore, presso una nobile famiglia dell’Ossola. Purtroppo però, un giorno, venne incolpato di aver insidiato la moglie del padrone e, per vendetta, venne ucciso. Da allora gli Zuerghie sono diventati molto più guardinghi nei confronti degli uomini e tali sono rimasti fino ai giorni nostri.
Testi tratti da: Elfi, Gnomi, Nani e Folletti (dizionario del Piccolo Popolo) di Giorgio Schottler, edizioni "Domino Avallardi".